Una cosa che ripeto a tutti quelli che sono in procinto di fare un viaggio in India è di non preoccuparsi più di tanto: all’India non si arriva mai preparati per quanti sforzi si possano fare, quindi se avete questa meta in testa l’unico modo per sedare questa sete è andare a vedere con i vostri occhi.Per quanto non si sia mai pronti ad affrontare il caldo, la proverbiale insistenza degli indiani, il traffico convulso e gli odori spesso nauseabondi, vi assicuro che la ricompensa vale il viaggio e che è arrivato il momento di rompere gli indugi non senza qualche accortezza preliminare. Questo post ha lo scopo di accompagnarvi nei preparativi e togliervi ogni dubbio prima della partenza. Perché partite, vero? Dai che l’India è indimenticabile, non ve ne pentirete!Qui ci sono 10 spunti su cui riflettere prima di un viaggio in India, se avete ulteriori perplessità non esitate a domandarmi.
Sembrerà una cosa scontata, ma siete proprio convinti che l’India faccia per voi? In India c’è tutto quello che un viaggiatore possa desiderare, dai lussuosi hotel a 5 stelle agli ostelli da due dollari a notte (bed bugs inclusi nel prezzo!), ma quello che non troverete là è la convinzione che sia la scelta giusta per voi. Se siete ipersensibili, impressionabili, deboli di stomaco, di salute cagionevole e con neonati al seguito vi sconsiglio di intraprendere questo viaggio impegnativo sotto più punti di vista. Se decidete che faccia per voi, invece, potrebbero aiutare letture mirate su questo paese, dai libri ai blog di viaggi, e le esperienze di chi c’è stato prima di voi.
La prima cosa da fare, soprattutto se si vuole risparmiare, è comprare i biglietti aerei e l’assicurazione di viaggio con un certo anticipo. Dall’Italia ci sono diverse soluzioni per volare in India, io ho scelto la più breve da Milano a Delhi senza scalo, ma ci sono soluzioni varie e con prezzi diversi. Nel mio caso ho impiegato tra le 8 e le 9 ore vi volo e l’impatto a Delhi è subito spiazzante: tra il caldo umido e il traffico intorno all’aeroporto è stato subito un buon assaggio di India! Vi consiglio, inoltre, di stipulare un’assicurazione di viaggio: sempre meglio essere prudenti in questi casi.
Un’operazione da fare quanto prima e con un certo anticipo (calcolate due mesi per stare tranquilli) è la pratica per ottenere il visto indiano. Siccome non è così semplice come sembra e, inoltre, non si parte proprio se non ci si presenta in aeroporto col visto, è bene avere fin da subito chiara la procedura. Per entrare in India è necessario il passaporto con validità di almeno sei mesi e di un visto d’ingresso turistico da ottenere direttamente all’Ambasciata Indiana a Roma, al Consolato Indiano a Milano o, se vivete lontani da queste città, tramite un’agenzia di pratiche consolari. I documenti richiesti per la pratica sono, oltre al passaporto con validità di almeno sei mesi e tre pagine libere, anche due fototessere con sfondo bianco di 50mm x 50mm e l’Application Form debitamente compilato nelle sue cinque schermate di domande. Il visto che andate a richiedere deve avere validità di 6 mesi e ingressi multipli. Con questi documenti potete recarvi in Ambasciata o spedire il tutto ad un’agenzia che si occuperà della pratica. Dopodiché non resta che attendere il visto.
L’India è sterminata e, a meno che non abbiate una vita a disposizione da dedicarle, dovrete fare delle scelte di itinerario prima di partire. Innanzi tutto dovete scegliere se andare a sud o a nord, poi decidere su che regione concentrarvi e infine su quali città visitare. L’India è variegata e molto diversa da nord a sud, quindi è una scelta sostanziale. Vi consiglio di avere un itinerario di massima in modo da sapere come spostarvi e di informarvi non tanto sui chilometri che separano le varie località, quanto piuttosto sui tempi di percorrenza. Le strade, infatti, sono spesso dissestate e queste sono informazioni che potete chiedere ad agenzie in loco: io mi sono affidata a una di esse e mi hanno aiutato a disegnare l’itinerario senza eccedere con i chilometri giornalieri da macinare.
Quando si vanno a toccare aspetti medici, il consiglio più sensato che posso darvi è di rivolgervi al vostro medico. Però posso dirvi per mia esperienza che non ci sono vaccini obbligatori per l’India (o almeno, per la parte che ho visitato: Rajasthan, Agra e Varanasi) e io sono partita senza vaccini.
Se non mi sono vaccinata non significa che non sia stata attenta: come per ogni viaggio ho usato il buon senso e alcuni accorgimenti di salute che mi hanno reso il viaggio più piacevole, per esempio bere tanto e solo acqua delle bottiglie, una dose giornaliera di fermenti lattici, niente sbalzi di temperatura eccessivi e cibo che rispettasse almeno in parte dei canoni di pulizia!
Per questo viaggio ho portato del denaro contante da cambiare in loco con le rupie e per quest’operazione mi sono fidata dei suggerimenti degli indiani a cui chiedevo. Di solito questo servizio è svolto anche dalle reception degli hotel ma a un cambio meno vantaggioso. Il costo della vita può essere bassissimo come dispendioso, dipende tutto dal livello che si sceglie. Nei luoghi molto frequentati dai turisti e nei negozi raccomandati dalle guide i prezzi sono quasi equiparabili a quelli europei e non c’è nessun vantaggio nell’acquistare, mentre se si vanno a cercare negozi e ristoranti in posti più remoti si pagano cifre basse.
Non ci siamo tanto abituati, eppure l’unico modo per fare affari in India è contrattare. Ogni prezzo viene presentato altissimo e sta a noi farlo scendere, anche mettendo in piedi delle vere e proprie sceneggiate! E anche se a un certo punto decidete che la contrattazione non è andata a buon fine e provate ad andarvene ci sarà qualche negoziante che farà di tutto per convincervi a comprare qualcosa! A volte le contrattazioni possono diventare davvero snervanti, ma è un vostro diritto non lasciarsi convincere ad acquistare oggetti di cui non avete assolutamente bisogno.
Gli indiani hanno un profondo attaccamento alla religione e quelli che professano l’induismo si recano ogni giorno al tempio per pregare e fare le offerte quotidiane. Chiunque può entrare nei templi induisti e giainisti ma a patto che si rispettino le usanze locali come è giusto che sia. Quindi si deve entrare scalzi lasciando le scarpe fuori dall’ingresso o negli appositi scaffali (e poi ricordarsi di dare una piccola mancia a chi ce le ha custodite) e non bisogna indossare niente in pelle. In alcuni templi c’è la limitazione all’ingresso anche per le donne col ciclo mestruale.
L’India è un’esperienza meravigliosa ma, come ogni conquista, bisogna scalare la montagna con fatica per avere una vista indimenticabile. Per questo mi sento di consigliarvi di avere molta pazienza e di non perdere le staffe se alcuni episodi vi sembreranno incomprensibili, se il caldo e il traffico vi sembreranno infernali e se a volte ci saranno problemi di incomunicabilità con gli indiani. L'India era un sogno prima di partire e lo è ancora adesso... spero che anche a voi faccia lo stesso effetto!
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