Georgia … e subito viene in mente la bellissima canzone cantata da Ray Charles, dedicata allo stato della Georgia, negli States.
Ma ora non è in America che voglio portarvi (almeno con l’immaginazione), ma nel piccolo stato incastonato tra le montagne del Caucaso, che si affaccia sul Mar Nero. Destinazione quasi sconosciuta al turismo di massa, vale un viaggio, per vari motivi: perché in alcuni suoi angoli remoti è riuscita a mantenersi incontaminata, tanto che nel folto dei suoi boschi vivono ancora orsi, lupi e leopardi, perché conserva testimonianze imperdibili della sua lunga storia, perché la gastronomia è ottima e fatta di prodotti gustosi e genuini, perché la Georgia è la terra dove abbondano il vino e le noci, perché attraversando i piccoli paesi non è inconsueto incontrare mucche che mangiano l’erba ai lati della strada, o greggi di pecore che la attraversano, incuranti delle auto, perché, in fondo, quelle zone fino a pochi anni fa erano loro esclusivo territorio, perché - last but not least - non è molto lontana dall’Italia e si raggiunge con circa quattro ore di volo!
Ma da dove iniziare per una visita completa della Georgia? Certamente da Tbilisi, la capitale ricca di storia adagiata lungo il corso del fiume Mtkvari! Suggestiva una passeggiata nel suo centro storico, fatto di vicoli e di vecchie case dai balconi decorati alla maniera araba, ma anche di antiche chiese bizantine ricche di icone, come quella di Metekhi risalente al XIII secolo. Insolito il quartiere di Abanotubani, con le terme sulfuree dalle caratteristiche cupole di mattoni, dove si fermarono anche Alexandre Dumas e Puskin. Colpiscono anche strutture modernissime in vetro e acciaio, come il Ponte della Pace, molto scenografico di sera, quando è tutto illuminato, o l’enorme statua in alluminio (20 metri), una donna che rappresenta la Georgia e che tiene in una mano una coppa di vino e nell’altra una spada, simboleggiando l’apertura dei georgiani verso l’ospite e, nello stesso tempo, la loro combattività nel difendersi dai nemici.
A Tbilisi da non perdere il Museo Nazionale della Georgia, che custodisce, tra l’altro, importanti reperti archeologici, tra i quali spiccano gioielli in oro di squisita fattura, che farebbero la loro figura ancora oggi ed una visita al mercato all’aperto, che offre una serie di oggetti bric-a-brac, ricordo della dominazione sovietica.
Spostandoci dalla capitale, val la pena visitare le numerose chiese ortodosse, che conservano al loro interno splendide icone, dal fascino misterioso: la Chiesa della Trinità di Gergeti si trova a 2170 metri sul livello del mare in una posizione invidiabile, con lo sfondo del monte Kazbegi (5047 metri) che crea uno stupendo scenario, mentre il monastero di Jvari domina dall’alto di una collina la vecchia capitale Mtskheta, dove sorge la grandiosa cattedrale di Svetitskhoveli, dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1994.
Una strada tortuosa conduce, partendo dalla città di Rustavi, ad un altro importante monastero, quello di Gelati, costruito dal re David, che si trova a 12 km dalla città di Rust'avi e ha rappresentato nel periodo medievale il centro culturale, filosofico ed educativo più importante della Georgia. Insieme alla cattedrale di Bagrati, è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1994.
Nei pressi della città di Kutaisi vale una visita la Cattedrale di Bagrati, che ha preso il nome dal re Bagrat, che la fece costruire nel X secolo e la donò ai suoi sudditi, dopo averla fatta decorare con bellissimi mosaici a sfondo religioso o raffiguranti scene di vita locale. Distrutta nel 1691 dai Turchi, venne poi ricostruita e arricchita da pitture, lavori in ferro battuto e smalti.
Non solo chiese ortodosse, però, perché anche il sottosuolo della Georgia offre paesaggi scenografici, come le Grotte di Prometeo, ubicate nella regione di Imereti, che nel loro chilometro e mezzo aperti alle visite turistiche (l’intera estensione delle grotte è di circa sei km) presentano bellissime stalattiti, stalagmiti e formazioni calcaree, valorizzate da luci multicolor che le rendono davvero suggestive.
A testimoniare la presenza dell’uomo in Georgia fin dall’antichità le città rupestri di Vardzia e di Uplistsikhe: la prima è costituita da circa cento grotte scavate nella roccia, collegate tra loro da stretti tunnel, risalenti al XII secolo; la seconda risale invece al XI secolo e conserva resti di templi, chiese e teatri. Da visitare se si hanno buone gambe, perchè ci sono molte salite, discese e gradini scavati nella roccia.
Da Uplistsikhe è facile raggiungere Gori, città dove nacque Stalin e sede del museo a lui dedicato, dove è possibile anche salire sul vagone ferroviario usato dallo statista per i suoi spostamenti.
Un viaggio in Georgia non può dirsi completo se non si visita la regione dello Svaneti, una zona isolata e non certo facile da raggiungere, a causa delle strade non proprio scorrevoli, ma vi assicuro che la bellezza della meta e l'ambiente remoto ed incontaminato valgono la fatica del percorso! Man mano che si sale lungo la strada che letteralmente si arrampica sui tornanti delle montagne dell’alto Caucaso, i colori dei boschi, il cielo azzurro, le macchie bianche sui fianchi delle montagne, costituite dalle numerose greggi di pecore, catturano lo sguardo e ci fanno capire che ci troviamo in una regione che ha mantenuto nel tempo la sua bellezza e la sua forte identità. Nonostante le numerose invasioni da parte di nomadi e le dominazioni di popoli provenienti da ogni dove, come Sassanidi, Bizantini, Arabi, Mongoli, Turchi, Persiani e Russi, gli Svans, la popolazione del luogo, è riuscita ad opporsi agli invasori con forza, grazie alle case torri, vere roccaforti singole prive di porte, che erano difficilmente espugnabili (gli abitanti vi entravano salendo con delle scale a pioli che venivano poi ritirate all’interno) e a conservare la loro lingua Svan, un idioma non scritto, e le loro canzoni polifoniche, di difficile esecuzione. Le torri, che definiscono in modo unico il paesaggio, risalgono ad un periodo che va dal IX al XII secolo ed alcune sono ancora usate dalle famiglie del villaggio di Chazhashi, che ne vanta ben 200, e del remoto villaggio di Ushguli.
La regione è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1996. E la gastronomia? Perfino l’esigente turista italiano non rimarrà deluso dalla varietà e dalla bontà dei piatti georgiani, a cominciare dall’ottimo pane cotto nei tipici forni di terracotta, per finire con il khachapuri , una sorta di pizza al formaggio ed i khinkali, in pratica dei ravioli bolliti, ripieni di carne macinata speziata, o con le melanzane condite con la tipica salsa di noci, il tutto annaffiato da abbondante vino locale. A proposito, sapevate che è ormai accertato che il vino è stato prodotto per la prima volta nella storia proprio in Georgia, dove il clima temperato permette di coltivare con facilità la vite?
Un viaggio in Georgia si può organizzare autonomamente, cercando i voli e le sistemazioni alberghiere più convenienti su Internet, e si può partire anche da soli, perché la Georgia è un paese che non presenta problemi di sicurezza, grazie all’impegno della polizia che protegge i turisti in caso di necessità. Insomma, a poca distanza dal nostro Paese è possibile fare un salto indietro nel tempo, apprezzando aspetti della cultura georgiana che con la globalizzazione non tarderanno a scomparire, perciò affrettatevi a partire per questa insolita meta! Claudia Di Meglio
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