Quando ho iniziato a pensare concretamente a un viaggio in India ho dovuto fare i conti con la miriade di posti da vedere e il poco tempo a disposizione. È sempre così: una terra di straordinaria bellezza da vivere e giorni limitati per goderne. Far incastrare tutto alla perfezione ha richiesto un lungo scambio epistolare con persone che avevano già vissuto questa esperienza e che potevano dare un senso concreto ai miei sogni. Ecco l’itinerario che ne è venuto fuori: lo condivido con un po’ di notizie su ogni posto in modo che anche voi possiate organizzarvi senza sprechi di tempo. Per questo viaggio ho scelto di muovermi con un driver e un’auto a noleggio proprio per risparmiare tempo, perché i mezzi pubblici richiedono spostamenti più lenti. La soluzione si è rivelata comoda e non troppo dispendiosa. Ecco il mio itinerario di viaggio e tra parentesi le notti che ho passato in ciascun posto.
Con un volo diretto da Milano sono arrivata a Delhi dove mi aspettava l’autista con macchina a noleggio. A Delhi ho dedicato gli ultimi due giorni di viaggio, mentre appena arrivata mi sono spostata subito a Mandawa, nella zona dello Shekhawati. Questa tappa tecnica che permette di avvicinarsi a Bikaner e a Jaisalmer senza fare troppa strada in un giorno si è rivelata in realtà una tappa meritevole a prescindere, perché qui si possono ammirare le splendide haveli, ossia le case finemente dipinte appartenute a ricchi commercianti della zona. Mandawa è una piccola cittadina che si è sviluppata lungo un’unica polverosa strada centrale, ma nasconde tesori a ogni angolo, come negozi di vecchie chincaglierie e di tessuti pregiati e le già menzionate haveli. Nel suo periodo d’oro, Mandawa si trovava lungo la via della seta ed è per questo che le case sono tutt’oggi silenziose testimoni di un glorioso passato.
Sulla via per Bikaner abbiamo fatto una tappa a Deshnoke, dove si trova un tempio molto singolare dedicato al culto dei topi! Si chiama Karni Mata Temple ed è un luogo di profonda fede e devozione. Ogni anno migliaia di fedeli indiani vengono a fare visita ai ratti portando offerte come latte, cerali e cocco, sperando di incrociare un topo bianco, segno di buona sorte. Va detto che non è un luogo per tutti, perché come in ogni tempio indiano si deve entrare scalzi e si possono fare incontri ravvicinati con i topi, però è sicuramente un’esperienza inusuale. Bikaner si trova in una zona desertica e vanta alcune attrattive degne di nota come lo Junagarh, un imponente forte costruito alla fine del 1500 e con sontuosi ambienti una volta appartenuti al maharaja della zona. Anche qui, come a Mandawa, si celano numerose haveli nei vicoli della città vecchia circondata da una cinta muraria.
Giusto il tempo di una breve tappa a Ramdeora per visitare il tempio di Baba Ramdevji, raggiunto da moltissimi devoti per adorare il santo e rendergli omaggio, e sono arrivata a Jaisalmer, dove il caldo del deserto ha cominciato a farsi sentire prepotentemente. Già da lontano Jaisalmer assume le sembianze di un’apparizione, una specie di oasi nel deserto. Si erge su una collina ed è circondata da possenti bastioni che assomigliano, grazie al loro colore giallo, a castelli di sabbia. Sono molte le ricchezze da visitare dentro la cittadella, ad esempio non mi lascerei scappare i templi giainisti con straordinari rilievi scolpiti e le haveli con magnifici portali traforati… ma occhio ai pipistrelli! Consiglio anche un’escursione nel deserto del Thar per provare l’ebbrezza di una gita a dorso di cammello e una serata intorno a un fuoco tra canti e balli tradizionali. Tutto questo è possibile a Khuri, a una cinquantina di chilometri da Jaisalmer.
Dopo una breve sosta a Osiyan per visitare il tempio indù di Sachiya Mata e il santuario giainista di Mahavira sono arrivata a Jodhpur, conosciuta anche come la città blu. Jodhpur è la seconda città del Rajasthan e vanta templi e palazzi d’interesse storico e artistico, oltre al maestoso forte di Mehrangarh, che spicca da lontano in tutta la sua imponenza. Da visitare anche il Jaswant Thada, un imponente monumento in marmo bianco costruito in memoria del Maharaja Jaswant Singh II. Non perdetevi un giro tra le vie del centro tra shopping di spezie e mura blu!
Ho spezzato anche il viaggio in direzione di Udaipur fermandomi a Ranakpur per visitare il meraviglioso tempio giainista considerato un capolavoro di architettura. Il marmo con il quale è stato costruito cambia colore nel corso della giornata a seconda della luce… assolutamente da visitare! Udaipur è conosciuta come la città dei laghi o Venezia d’oriente. Rinomata soprattutto per i meravigliosi palazzi che in alcuni casi occupano intere isole, io consiglio anche di viverne il fervente centro cittadino con mercati locali e negozi di vario genere. Da non perdere il City Palace e un’escursione in barca sul lago Pichola.
Altra breve sosta a Chittorgarh per visitare il Forte di Chittor, un’acropoli con palazzi e templi eretta su una collina e poi dritti verso Pushkar, cui ho dedicato solo mezza giornata. Pushkar è una città sacra per gli induisti, che si recano sulle sponde del suo lago per immergersi nelle acque e purificarsi e per portare omaggi al tempio di Brahma. È un posto con un centro cittadino molto animato e frequentato dai backpacker di tutto il mondo. Il viaggio prosegue poi per Jaipur, conosciuta anche come la città rosa. Jaipur è la capitale del Rajasthan ed è caratterizzata da vie caotiche e testimonianze di antiche glorie come il City Palace, il Jantar Mantar (l’osservatorio astronomico) e l’Hawa Mahal o Palazzo dei Venti. Fuori città, a circa dieci chilometri dal centro, non perdetevi l’Amber Fort, il magnifico e imponente forte color miele risalente alla fine del 1500. Da qui mi sono spostata nello stato dell’Uttar Pradesh per visitare Agra e poi in treno sono arrivata a Varanasi con un viaggio notturno… ma di questo magari vi racconterò un’altra volta!
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