L'arazzo di Bayeux è uno dei più preziosi manufatti del Medioevo arrivati intatti ai giorni nostri, uno straordinario capolavoro di maestria e abilità che racconta in immagini la storia della battaglia di Hastings del 1066, evento decisivo nella conquista normanna dell'Inghilterra che ebbe come protagonisti Guglielmo I duca di Normandia e Aroldo II d'Inghilterra. Le figure che animano il racconto, ricamate con squisita abilità, sono oltre 600, a cui si aggiungono centinaia di cavalli, cani, carri, castelli e imbarcazioni, un mondo medievale che corre su fili di lana colorati intrecciati tra loro.
Anche se conosciuto come arazzo, si tratta in realtà di una tela di lino ricamata con fili di lana colorati della lunghezza di oltre 68 metri. La storia, raccontata dal punto di vista dei normanni e narrata con dovizia di particolari, acquista un inestimabile valore documentaristico, oltre che artistico, svelando dettagli non solo sugli eventi della battaglia ma anche su usi e costumi della Normandia e Inghilterra del Medioevo: vesti, divise, armi ed equipaggiamenti, imbarcazioni, costumi di corte, tanti sono i dettagli che ricamati con incredibile precisione forniscono un'enorme quantità di informazioni visive. Nella penombra delle sale che ospitano la tela, i personaggi sembrano prendere vita e subito si viene rapiti dalla narrazione, che si dipana tra metri di tela e fili di lana in quello che sembra una sorta di antenato del fumetto.
La prima parte dell'arazzo racconta la storia di Harold Godwinson, fratello del re d'Inghilterra, che giunto in Francia nel 1064 e catturato dal conte Guy I di Ponthieu, venne liberato da Guglielmo a cui in cambio giurò fedeltà e sostegno nella successione al trono d'Inghilterra. Tornato in patria, rinnegò la promessa e si fece acclamare re, determinando la rivendicazione del trono da parte di Guglielmo. La parte centrale dell'arazzo narra gli avvenimenti della storica battaglia di Hastings nella quale Harold perse la vita.
La leggenda vuole che il manufatto, anche noto come l'arazzo della regina Matilde, sia stato realizzato dalla moglie di Guglielmo per esaltare le prodezze dello sposo. Ancora oggi non si conosce l'autore né la località di produzione dell'arazzo, né si sa se esso appartenga alla scuola francese o inglese.La narrazione dei fatti dal punto di vista dei Normanni e la presentazione dell'invasione dell'Inghilterra ad opera di Guglielmo il Conquistatore come legittima farebbe propendere per l'attribuzione francese, ma a tratti il racconto pare prendere le parti degli inglesi, lasciando di fatto aperta la discussione.
Indipendentemente dalla paternità, è innegabile che le mani che crearono un simile capolavoro seppero lavorare con immensa maestria utilizzando raffinate tecniche di ricamo, tanto da dare il nome al punto usato per realizzare l'arazzo, denominato punto di Bayeux. E' sorprendente come, pur nell'estrema fragilità dei materiali con cui fu realizzata, la tela sia arrivata intatta fino ai giorni nostri.Grazie a tecnica e abilità straordinarie, dal semplice intreccio di fili di lana colorati i ricamatori dell'arazzo di Bayeux seppero creare immagini di incredibile capacità narrativa ed impatto visivo, consegnando alla storia una sorta di libro aperto sull'Europa del Medioevo.
Anche se molti arrivano in città con l'unico intento di vedere l'arazzo, vale la pena dedicare del tempo alla visita di Bayeux che conserva intatto il carattere autentico delle cittadine normanne e dove si respira l'atmosfera rilassata e raccolta di campagna: lontana dalle grigie periferie industriali, la vita scorre tranquilla scandita da gesti e tradizioni semplici. Il centro storico, miracolosamente scampato ai bombardamenti, è un piccolo gioiello medievale con strade acciottolate, vecchie case di pietra e un pittoresco mulino. Merita una visita anche la cattedrale, capolavoro di architettura gotica normanna; la magnifica facciata a cinque portali intreccia archi romanici a tutto sesto ad archi gotici a sesto acuto, oltre a decorazioni che raffigurano personaggi e animali di fantasia dalle forme bizzarre, nella più classica delle tradizioni gotiche. Sino al XVIII secolo l'arazzo era conservato proprio all'interno della cattedrale, e fu poi spostato nella sua attuale sede, il vicino Centre Guillaume la Conquérant.
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