In cerca di ispirazione? Ecco 5 libri che fanno venire voglia di visitare Lisbona: da Pessoa a Saramago passando per Tabucchi, Petri e Mercier. Avete per caso un biglietto aereo per Lisbona in tasca? Se la risposta è sì buon per voi, Lisbona è una città magica! Se la risposta è no, potete sempre rimediare e cominciare a sognare questa meta con 5 libri che fanno venire voglia di visitare Lisbona. La lista spazia da grandi classici a libri più moderni, ma con un minimo comune denominatore: farvi innamorare della città che fa loro da sfondo. Pronti per un viaggio a bordo del famoso tram numero 28? Si parte!
Visitare Lisbona con una guida d’autore non è solo un sogno, è realtà grazie a questo testo scritto nel 1925 (e scoperto solo nel 1988) del più grande poeta lusitano del Novecento. In “Lisbona. Quello che il turista deve vedere”, Pessoa accompagna il lettore/turista alla scoperta della capitale portoghese come un vero cicerone, descrivendone le strade e il patrimonio artistico e valorizzando i luoghi più interessanti. Seppur datata, è una guida valida e utilizzabile ancora oggi (solo alcuni dettagli sono cambiati) e già dalle prime frasi si capisce che ha anche un grande valore letterario. Questo che segue è l’incipit, ditemi se non vi viene subito voglia di partire! “È disteso su sette colli, altrettanti luoghi da cui godere esaltanti panorami, il vasto, irregolare e multicolore insieme di case che costituisce Lisbona. Per il viaggiatore che arriva dal mare, Lisbona, anche da lontano, si erge come un’affascinante visione di sogno, contro l’azzurro vivo del cielo che il sole colora del suo oro. E le cupole, i monumenti, i vecchi castelli si stagliano sopra il turbinio di case, come araldi lontani di questo luogo delizioso, di questa regione fortunata”.
“Ovunque io sia” è un romanzo di Romana Petri ambientato a Lisbona, città di adozione dell’autrice. La città fa da sfondo alle esistenze di tre donne lungo settant’anni di vita portoghese. Le vicende storiche del Portogallo – dalla dittatura alla liberazione – sono viste attraverso gli sguardi di queste donne dai caratteri ben definiti e dagli uomini che segneranno la loro rovina. Il tema conduttore del libro è la maternità sotto diverse sfaccettature (da quella mancata a quella sofferta) e allo stesso tempo una storia d’amore lunga tre generazioni. Il romanzo è anche il ritratto corale di un popolo e di un paese che vive nell’arretratezza ma che ha voglia di riscattarsi attraverso la libertà.
“Qui il mare finisce e la terra comincia. Piove sulla città pallida, le acque del fiume scorrono limacciose di fango, la piena raggiunge gli argini. Una nave scura risale il flusso tetro, è la Highland Brigade che va ad attraccare al molo di Alcântara”. Lisbona è già protagonista nelle prime righe del romanzo storico “L'anno della morte di Ricardo Reis” di José Saramago, scrittore portoghese premio Nobel per la Letteratura. L’anno della morte di Riccardo Reis è il 1936, anno cruciale per l’Europa presa in scacco da vari dittatori. Ricardo Reis è uno dei tanti eteronimi di Pessoa, così ben definito da averne scritto la biografia. Saramago prende gli appunti di Pessoa e crea questo personaggio facendolo vivere a Lisbona a barcamenarsi tra la professione medica, la vita sociale e le sue donne. Lisbona non è solo una città di sfondo in questo romanzo: è il contesto in cui si muove il protagonista, è una compagna fedele con le sue salite, i suoi tram, il suo fiume Tago.
Raimund Gregorius è un professore e filologo di Berna, un uomo erudito e affidabile che conduce un’esistenza abitudinaria fatta di libri e priva di scossoni. Un giorno, recandosi a lavoro, scorge una donna su un ponte e – temendo il peggio –si avvicina e la trattiene. La donna si allontana dopo aver pronunciato poche parole tra cui il fatto che è “portoguês”. Basteranno quella parola e il ritrovamento in una libreria di un testo portoghese alquanto misterioso per aprire un varco nell’anima del rigido professore svizzero e condurlo alla ricerca di quella donna prendendo un treno notturno per Lisbona. Il professore arriva a Lisbona e si mette sulle tracce del protagonista della storia del libro che gli è capitato tra le mani. Da quel momento Gregorius si ritrova a tu per tu con la storia portoghese del secolo scorso e con la ricerca del passato finisce per scoprire anche lati di sé che credeva non potessero esistere.
Lisbona, esterno giorno, ultima domenica di luglio. Antonio Tabucchi, scrittore pisano innamorato del Portogallo tanto da averne fatto la sua seconda casa e da aver scritto questo romanzo in portoghese, ci porta con Requiem a Lisbona in una storia a cavallo tra la realtà e il sogno, tra il conscio e l’inconscio. In Requiem la storia è scandita dagli incontri che il protagonista ha con vari personaggi, sia vivi sia morti, coi quali si ferma a dialogare mentre è in attesa di un appuntamento speciale con un’illustre figura del passato. L’uomo, aspettando il momento di questo incontro misterioso, si lascia guidare dall’inconscio e attraversa la città spostandosi in luoghi reali e facendoci così conoscere una Lisbona affascinante e avvolta dal fascino. Il romanzo postumo dello scrittore intitolato “Per Isabel. Un mandala” riporta alla mente le atmosfere di Requiem, per cui se avete apprezzato questo libro ne avete già un altro da mettere in lista!
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