La classica domanda quando bisogna scegliere una méta è: mare o montagna? Beh, voglio rompere per una volta gli schemi e darvi tanti, tantissimi motivi per scegliere di andare al lago. E non un lago qualsiasi: io vi suggerisco di andare al Trasimeno, uno dei più grandi ma anche il meno profondo lago d’Italia. Grazie al Social Media Tour #AlTrasimeno, svoltosi lo scorso giugno, ho avuto l’occasione di visitare i piccoli borghi che incorniciano le placide acque del lago e non posso che confermarvi il mio amore crescente nei confronti dell’Umbria, una Regione che cerco sempre più spesso di esplorare e che cela autentici tesori tra le sue dolci colline, i verdi vigneti e i poetici campi di grano.
Il tour a cui ho partecipato mi ha portata alla scoperta di 8 borghi in particolare e in ognuno ho raccolto un pezzo di vita, ho collezionato una tradizione, ho ascoltato storie, ho respirato aria nuova e pulita. Partiamo dal principio: la prima tappa è stata Piegaro, un borgo collinare chiamato il “paese del vetro” proprio perché nell’antica vetreria risiede oggi il Museo del Vetro, un sito molto interessante e conservato perfettamente dove è possibile vedere diversi oggetti artigianali, le vecchie buste paga degli operai e soprattutto una grande e antica colata di vetro. Si continua poi alla volta di Paciano, il più piccolo borgo del Trasimeno con i suoi (quasi) 1000 abitanti: il suo piccolo centro è incantevole con le sue mura originali e le 3 antiche porte tra cui quella Fiorentina (ci troviamo infatti a circa 10 km dalla Toscana); qui il tempo sembra essersi fermato e nella Banca della Memoria del Trasimeno si possono ripercorrere storia e tradizioni del Lago grazie a dispositivi multimediali (mentre dal giardino meraviglioso dell’edificio vi travolgerà un intenso profumo di lavanda). Arriviamo così a Panicale, la “terrazza più bella del Trasimeno”, un borgo molto importante soprattutto per 2 motivi: l’antica tradizione del ricamo a mano su tulle, unica in Italia (un ricamo simile esiste solo a Bruxelles! Nel mese di Settembre si tiene proprio qui a Panicale la mostra internazionale del merletto e del ricamo “Fili in Trama”) e lo splendido affresco del Perugino “Il Martirio di San Sebastiano” che si trova appunto nella piccola Chiesa di San Sebastiano.
Il quarto e ultimo borgo collinare del Trasimeno è anche, probabilmente, il mio preferito: sto parlando di Città della Pieve. Sarà che l’ho visitata in un giorno speciale ovvero nel giorno dell’Infiorata Corpus Domini di San Luigi che ha visto il paese abbellirsi con tappeti di petali e semi colorati disposti da mani abili e sapienti, durante le ore notturne, a formare immagini sacre e floreali. Sarà che la degustazione dei prodotti a base di zafferano a cura del Consorzio dei Produttori dello Zafferano ha fatto gioire le mie papille gustative. Sarà che ho adorato il Vicolo Baciadonne, uno dei più stretti d’Italia, e un’altra opera unica del Perugino (“La Deposizione della Croce” conservata nel Museo Civico diocesano di Santa Maria dei Servi)… ma Città della Pieve mi è decisamente rimasta nel cuore. Dopo i 4 borghi collinari, ho avuto il piacere di visitare poi i 4 borghi che invece sono lambiti dalle acque del lago e che regalano scorci e panorami così belli da sembrare di camminare all’interno di un immenso quadro. Il primo borgo di cui voglio parlarvi è Magione perché è qui che si trova uno dei luoghi che non vedevo l’ora di visitare: l’Oasi Naturalistica La Valle, un vero e proprio paradiso dove entrare in contatto con la natura e con i volatili che popolano le acque e gli alberi circostanti, dove l’unico rumore che si sente è il fruscio del vento tra i canneti intervallato dai versi degli animali. Sempre a Magione, il mio consiglio è di fare un salto anche presso la piccola comunità di pescatori di San Feliciano: vederli lavorare con la pelle indurita dal sole tra le reti ingarbugliate e le piccole imbarcazioni è davvero suggestivo.
Dopo Magione arriva il turno di Passignano sul Trasimeno, un borgo tra i più romantici con i suoi splendidi tramonti da assaporare dai porticcioli; e ancora Tuoro sul Trasimeno con il suo particolarissimo campo della “Battaglia di Annibale del Trasimeno” e Castiglione del Lago, il borgo forse più turistico ma dal fascino indiscutibile. Qui ho ascoltato e osservato come ipnotizzata i racconti degli aquilonisti: delle vere e proprie opere d’arte ciò che riescono a creare con la loro infinita pazienza nel cucire a mano ogni pezzo dell’aquilone, per ore, con la schiena ricurva. Sono semplicemente straordinari.
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