Così lontano, così vicino. Meno di due ore di volo la separano dall'Italia, in mezzo un mare ma anche una storia difficile. È Belgrado, capitale della Serbia, spirito balcanico, città sull'acqua e destinazione affascinante per un weekend in Europa da scoprire. È vivace, Belgrado, però è impossibile anche nasconderne le ferite, e basta andare in giro per la città per rendersi conto che, anche nell'arco breve di un paio di giorni, siamo noi a decidere come scoprirla. Come una giovane capitale europea dall'atmosfera rilassata, come la città che vive sul fiume, come la testimone di un passato vicinissimo di cui ancora porta i segni.
Stari Grad, la città vecchia, vi si presenta già quando aeroportuale correte, in taxi o autobus, verso il centro. Un panorama di guglie, tetti e verde tra due fiumi, la Sava e il Danubio. Cercate un hotel qui e che sia ad una walking distance da Knez Mihailova, così la vostra scoperta di Belgrado può partire da qui: un lungo ed ampio viale pedonale, il più importante della città, che dalla piazza Trg Republike vi conduce alle porte della collina di Kalemegdan. Più sonnolento la mattina, animatissimo il pomeriggio e se ci arrivate in una giornata di primavera insolitamente calda vi godrete uno stile di vita rilassato insieme alla gente del posto. Incontrerete artisti di strada e innumerevoli chioschetti del gelato, ma non lasciate che nulla sfugga allo sguardo: lo spettacolo è anche ai vostri lati, e con gli occhi all’insù. Si avvicendano infatti negozi e mercatini, gallerie d’arte e librerie, e poi i palazzi, dai decori art nouveu alle facciate neorinascimentali. Ma siamo a Belgrado e i segni del tempo sono ovunque, e quindi basta abbandonare, ogni tanto - e vi consiglio di farlo -, la via dello shopping e passeggiare nelle stradine secondarie, tra edifici decadenti e murales e piccole chicche come Čajnik, (Tearoom, in Cara Lazara 10), libreria-caffetteria dove a darvi il benvenuto sono due gatti.
La cittadella di Kalemegdan sorge sulla collina che domina la confluenza tra Sava e Danubio, ed è immersa in un grande parco. E dunque è una visita obbligata a chi scopre Belgrado.
Qui troverete altre scene di vita quotidiana in relax, come ad esempio i capannelli di uomini chini sulle scacchiere tra gli alberi. Ma sarete capaci anche di riassumere in un unico colpo d’occhio l’anima sfaccettata della città: i fiumi, la vita sull’acqua, il profilo della Città Vecchia con la sua storia, e quello, soprattutto al di là della Sava, della Novi Beograd, con i suoi palazzoni socialisti che non non faticheremmo a chiamare ecomostri.
Anche Belgrado ha la sua Montmartre: Skadarljia. E come quella parigina anche qui oggi la sua atmosfera bohemienne è diventata a uso e consumo turistico. Però vale la pena trascorrerci una serata, meglio se primaveril-estiva: lungo il viale acciottolato e tra le case basse è un susseguirsi di cafè, birrerie e locali anche originali, come Sesir Moj, una “kafana” (le taverne serbe dove spesso c’è musica dal vivo) che dall'esterno si camuffa da negozio di fiori con la sua parete interamente coperta da piante e vasi sospesi. E poi in fondo alla strada trovate il Mercato Bajloni. Quando viaggio vado sempre alla ricerca dei mercati, possibilmente quelli meno - o per niente - turistici. Non importa che siano banali, o poco appariscenti. Raccontano la quotidianità di un luogo, e dunque la sua anima. Questo, su una grande piazza circondata da palazzi ottocenteschi, è aperto dalle 6 alle 19. Nelle sue bancarelle ci trovate frutta e verdura, piante e fiori ma anche abiti usati e vecchi libri.
Ma da non perdere è anche il mercato nella piazza centrale di Zemun, il borgo al di là del fiume. A Zemun si arriva (in taxi o mezzi pubblici) attraversando il ponte Brankov e preparandosi a un piccolo straniamento spazio-temporale: prima l’impatto con Novi Beograd e i suoi palazzoni, poi l’ingresso in questo piccolo borgo, che un tempo era terra asburgica e lo si può leggere ancora nelle sue stradine colorate. Colorate come il mercato tra la Veliki Trg e la Magistratski Trg, dove le bancarelle di spezie e di candele gialle spiccano contro il nero degli abiti delle anziane signore che le presidiano. E dove basta girare l’angolo per ritrovarsi sul lungofiume, tra le insegne dei cafè e dei ristoranti di pesce e lo sguardo sugli splavovi, ovvero i barconi e le chiatte che ospitano ristoranti e locali notturni. Il panorama diventa “da cartolina” se salirete in cima alla collina di Gardos.
Terazije più che una piazza è un grande snodo che ha appena due secoli di vita. Ma da qui parte un altro corto circuito temporale, di quelli a cui Belgrado ormai ci ha abituato. Il pretesto è raggiungere l’imponente Tempio di San Sava (lungo Kraljia Milana per esempio): lo si potrebbe fare comodamente in taxi, ma con scarpe buone e voglia di camminare vi godrete di più questo piccolo viaggio nella storia.
Che comincia dallo storico Hotel Moskva, lussuoso art nouveau del 1900, prosegue con gli squadrati palazzi socialisti, poi fa ancora un balzo indietro nel tempo con il Parlamento, del 1936, o il vecchio e il nuovo Palazzo Reale, tra ‘800 e primo ‘900. Per poi ritornare con prepotenza alla storia recente, con il Tasmajdan Park, oggi oasi verde ma che fu bombardata nel 1999, come pure l’edificio della Radio Televisione Serba, che continuò a fare il suo lavoro fino al 23 aprile di quell’anno quando l’edificio fu distrutto, e ancora i colleghi dei sedici giornalisti che morirono si chiedono “Perchè?”, inciso su una lapide vicino alla Chiesa Russa, lì accanto. Blog Post in collaborazione con TBNet, VolagratisTB
Ti invieremo le migliori offerte in anteprima ma anche promozioni esclusive, consigli di viaggio e aggiornamenti su dove puoi viaggiare.
Assistenza e informazioni utili