Una selezione di pietanze tipiche e caratteristiche che potrete assaggiare a Bali. La storia di un viaggio passa anche dagli incontri che si fanno a tavola, anzi, oserei dire che spesso è proprio questo il luogo ideale per entrare in contatto con la cultura del paese che ci ospita. Nei miei mesi a Bali ho avuto modo di farne parecchi di questi incontri, e se anche voi capitate da quelle parti, secondo me ci sono delle cose che dovete assaggiare per forza! Qui vi dico le mie preferite, anche se la scelta è stata dura, poi però aspetto di sapere che cosa ne pensate voi: ci conto.
Lo sentirete nominare ovunque, anche come suckling pig: amici vegetariani, qui tappatevi gli occhi e passate al prossimo punto, io lo dico.
Si tratta infatti di un maialino che personalmente mi ha ricordato tantissimo il nostro maialino sardo, forse perchè viene fatto cuocere per molto tempo sullo spiedo. Il babi guling (il taglio più gettonato è lo spesial, casomai voleste ordinarlo) viene servito con riso, verdure, cotenne, salsiccia e carne fritta, insomma: uno poi non mangia più per una settimana, ma il gusto vale il sacrificio.
Rimango sempre sul salato, ma stavolta con un pensiero agli amici vegetariani (ve l’avevo promesso!): il gado gado è uno di quei piatti che si trovano anche nei warung per strada, e che ognuno fa un po’ alla sua maniera; si tratta di verdure, prevalentemente fagiolini e germogli di soia, servite con uova sode e tofu, e condite con la salsa d’arachidi.
La salsa d’arachidi a Bali la fa un po’ da padrona ovunque, non vi sarà difficile riuscire ad assaggiarla; preparata con arachidi, zenzero, peperoncino e latte di cocco, è talmente buona che io la mangerei anche da sola!
Qui invece passiamo al dolce: il bubur è una specie di budino fatto con latte di cocco e farina di riso; se lo comprate per strada, ve lo serviranno dentro una foglia di banano, con una bella dose di sciroppo di zucchero balinese (gula Bali) e una spolverata di cocco grattugiato: scommetto che lo finirete prima ancora di fare in tempo a scottarvi le dita (la foglia di banano è tanto carina, ma non è propriamente termoisolante, bisogna ammetterlo).
Scrivo frutta in generale, perché altrimenti dovrei cambiare il titolo con “Bali: 175 cose da assaggiare”. Come tutti i paesi tropicali o equatoriali, l’isola di Bali è ricchissima di frutta squisita; qui vi segnalo il jackfruit, che quando è acerbo viene usato anche per le zuppe (ha un sapore simile a quello del carciofo) e che quando è maturo invece è dolcissimo: pensate che i frutti, finchè rimangono sull’albero, vengono chiusi in sacchetti di plastica, altrimenti gli animali li divorano, e io li capisco bene.
E poi vi segnalo una cosa tipicamente balinese, il salak, o anche snake skin fruit: guardatelo e capirete il perché di questo nome. A prima vista potrebbe sembrare un lychee geneticamente modificato, ma in realtà non c’entra assolutamente nulla, provare per credere!
Non potevo chiudere senza pensare a qualcosa da bere. Il primo nome che mi viene in mente è quello dell’Arak: distillato a partire dal vino di palma, assomiglia molto vagamente a un rhum (in realtà a me sembra più benzina); fa da base a molti cocktail, come l’arak colada o l’arak mojito, ma i balinesi lo bevono più che altro puro. È che per certe cose ci vuole il fisico. Chiudo con la Bintang, la birra nazionale: la sua stella compare dappertutto sull’isola; è la compagna perfetta per guardar calare il sole, ma se proprio non ce la fate ad aspettare, è un’ottima compagnia pure prima.
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