Cosa Visitarea Siena
Piazza del Campo, la Fonte Gaia, Palazzo Pubblico, con la torre del Mangia (1348) Museo Civico, con ambienti gotici mirabilmente arredati affrescati, il palazzo Piccolomini, dove ha sede l'Archivio di Stato,la maestosa Porta Romana, il palazzo Chigi-Saracini, piazza del Duomo, palazzo della Prefettura il palazzo Arcivescovile, con la famosa "Madonna del latte" del Lorenzetti, il Duomoil Battistero, in piazza San Giovanni il Museo dell'Opera Metropolitana, la Pinacoteca Nazionale, la basilica di San Francesco,il tempio gotico di San Domenico,
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Il Palio di Siena... Il primo Palio della storia senese si tenne il 2 luglio 1656, festa della Madonna di Provenzano. Nel 1701 si decise di ripetere il Palio anche il 16 agosto. E ancora oggi, ogni anno, nelle stesse date Siena si anima per la grande sfida cittadina e, dopo le rituali coloratissime cerimonie, si corre il Palio. Anzi, chi conosce la città, sa che è più giusto dire che "Siena corre il Palio". Perché nessuno che sia nato qui può estraniarsi dalla grande festa. Tutti, ma proprio tutti i senesi aspettano, preparano, gioiscono, soffrono con la loro contrada d'appartenenza. Ce no sono diciassette: Istrice, Drago, Selva, Pantera, Chiocciola, Tartuca, Valdimontone, Nicchio, Onda, Torre, Leocorno, Giraffa, Aquila, Civetta, Oca, Bruco, Lupa. Prima del Palio si svolge un corteo in costume a cui partecipano i rappresentanti di tutte le contrade, mentre alla corsa sono ammessi solo i cavalli delle dieci sorteggiate. I cavalli si allineano al canapo nell'ordine sorteggiato e tenuto segreto fino alla partenza. La gara dura pochi attimi. La contrada che vince (può vincere anche un cavallo "scosso", ossia che ha disarcionato il cavaliere) organizza una grande festa che dura sino a notte fonda.
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore: a pochi chilometri da Asciano, su un'altura circondata da un grande parco, la trecentesca abbazia benedettina di Monte Oliveto è uno dei maggiori centri monacali della Toscana. Nel chiostro grande, cuore della struttura abbaziale, si possono ammirare i trentasei celebri affreschi ispirati alla vita di San Benedetto, dipinti da Luca Signorelli e dal Sodoma tra il 1495 e il 1505. Dalla quattrocentesca chiesa si accede alla sala della Biblioteca e nell'attigua Biblioteca monastica, il vero cuore dell'abbazia, in cui sono raccolti pregevoli volumi antichi, incunaboli e pergamene. Il convento attualmente è sede di uno dei più importanti laboratori italiani per il restauro dei libri antichi.Abbazia di San Galgano: nella campagna senese, a pochi chilometri da Chiusdino, si stagliano i resti imponenti della grande abbazia gotica eretta dai Cistercensi in onore di San Galgano. Dopo un periodo di splendore, tra il XII e il XIII secolo, il complesso decadde e, nel 1652, venne abbandonato. Degli antichi fasti rimangono oggi poche tracce. L'interno dell'imponente chiesa è scoperchiato, con un effetto di rara suggestione, e del monastero rimangono solo la sala capitolare, un tratto del chiostro e la grande sala dei monaci, oggi restaurata. Sul vicino Monte Siepi sorge una piccola chiesa romanica, in cui è conservata una spada in un masso. La leggenda racconta come San Galgano, sino a quel momento cavaliere coraggioso ma dissoluto, l'abbia piantata nella roccia in segno di pace e di riconciliazione con Dio.
I borghi medioevali: San Gimignano, Colle Val d'Elsa, Monteriggioni sono le perle della campagna senese. Qui tutto ricorda storie lontane e personaggi illustri. Monteriggioni, con la sua perfetta cinta muraria, è identica al borgo cantato da Dante nel suo Inferno. Nei palazzi, sugli spalti di Colle Val d'Elsa, nel borgo medievale di Colle Alta nulla sembra essere cambiato dai tempi del Rinascimento. Basta un po' d'immaginazione e sembrano ancora risuonare le voci dei castellani e degli antichi artigiani.Ma lo spettacolo più emozionante resta San Gimignano al tramonto. Gli slanciati profili delle orgogliose torri, la piazza del Duomo con il suo palazzo del Popolo, la collegiata romanica, il palazzo del Podestà abbacinano il visitatore. Ed è la bellezza, la perfezione. I sangimignanesi lo compresero a tal punto che, nel 1282, proibirono con una legge la demolizione delle case, se non per costruirne di più belle.