Cosa Visitare a Napoli
Piazza del Plebiscito,
Palazzo Reale,
la Galleria Umberto,
teatro San Carlo,
Castel Nuovo, detto anche Maschio Angioino,
Arco di trionfo
"Spaccanapoli",
Santa Chiara, con il suo chiostro maiolicato
Santa Maria Maggiore,
San Lorenzo Maggiore
il Duomo
il Borgo Marinaro,
Castel dell'Ovo
Il Museo archeologico nazionale
l'ex Palazzo Reale di Capodimonte ospita la Galleria Nazionale,
Il Vesuvio: Dal 1944 la grande montagna di fuoco riposa, apparentemente tranquilla, ma le fumarole che fuoriescono dal cratere formatosi dopo l'ultima eruzione ricordano che il Vesuvio è solo addormentato. Il vulcano oggi ha due vette, il Monte Somma e il Vesuvio, separate tra loro dalla valle del Gigante. Nonostante l'evidente rischio, le falde del vulcano sono fittamente popolate e, sino ai 500 metri d'altezza, coperte da frutteti e, soprattutto, da vigneti da cui si ricava il pregiato vino Lacryma Christi. Salendo ulteriormente s'incontrano macchie di bosco, campi di ginestre - il cui profumo ispirò una delle opere più delicate di Giacomo Leopardi - e infine lunghe distese di cenere nerastra. A 1281 metri si apre il grande cratere. Per raggiungerlo si lascia l'automobile nei pressi dell'Osservatorio Vesuviano, istituito nel 1845 da Ferdinando II di Borbone, e si prosegue a piedi: la visita è a pagamento ed è necessario farsi accompagnare da una guida autorizzata. Lo spettacolo è mozzafiato: il diametro ha un'ampiezza di circa 600 metri e una profondità di oltre 200.
I Campi Flegrei: La leggenda vuole che in un tempo lontanissimo i giganti abbiano tentato la scalata all'Olimpo. Gli dei, irati, reagirono scontrandosi con gli assalitori su un campo di battaglia compreso tra Napoli, Capo Miseno e Cuma chiamato Phlegraios, ardente. Così, grazie a divinità corrucciate e giganti invadenti, gli attuali Campi Flegrei entrarono nel mito. Ancora oggi, nonostante l'urbanizzazione e la vicinanza con la metropoli, l'area ha conservato un suo fascino, un suo sottile mistero. Zona vulcanica per eccellenza, vi abbondano i crateri - l'ultimo, il Monte Nuovo, si aprì nel 1538 - e permane una leggera ma continua attività sotterranea. Per avere una veduta d'insieme dei Campi bisogna recarsi all'Eremo dei Camaldolesi, sull'altura più elevata della zona. Dal belvedere il panorama spazia sui diversi crateri sottostanti con, sullo sfondo, il golfo di Napoli. Dall'Eremo si prosegue per la riserva naturale degli Astroni, un antico cratere a recinto trasformato nel Cinquecento da Alfonso d'Aragona in luogo di caccia. La riserva è coperta da boschi di lecci e di castagni, mentre sulla superficie del lago Grande affiorano le ninfee.Da non mancare la Solfatara di Pozzuoli, una bocca di vulcano quiescente punteggiata da fumarole, vulcanetti di fango e mofete.